lunedì 1 febbraio 2016

La lettera scarlatta, di Nathaniel Hawthorne (Feltrinelli Editore)

  • Titolo: La lettera scarlatta
  • Traduzione: Enrico Terrinoni
  • Edizione: I, settembre 2014
  • Formato: cartaceo
  • Casa editrice: Feltrinelli Editore
  • Collana: I classici
  • Pagine: 296
  • Prezzo di copertina: € 7,50
  • Refusi individuati: 6 + punteggiatura


"Ricordo d'aver, letto" (la virgola va tolta)

Da verificare i due punti (probabilmente vanno sostituiti da un punto). Nell'originale: 
"What have you to do with us?" that expression seemed to say. "The little power you might have once possessed over the tribe of unrealities is gone! [...]"
   
"a cercare di svelare  mistero." (a cercare di svelare il mistero)
Per la prima freccia si veda più in basso, alla sezione "Punteggiatura" 
"procedendo qualche passo avanti a suoi ospiti"
(procedendo qualche passo avanti ai suoi ospiti)
"in fine" (è staccato, manca il trattino)
"L'indomani, dunque, di buon ora"
(manca l'apostrofo, buon'ora, oppure si può usare buonora)
"Mai dal suolo del New England s'era levano un simile urlo!"
(Mai dal suolo del New England s'era levato un simile urlo!)

"L'intorpidimento, che attanagliava i miei sforzi intellettuali me lo portavo a casa..."
(va tolta la virgola iniziale)
 Punteggiatura

In tutto il testo si riscontra un'incoerenza di base nell'utilizzo del punto preceduto da punto esclamativo o interrogativo e chiusura di virgolette. A volte si mette, a volte no. Non discuto sulle scelte redazionali, ma ritengo che queste, una volta fissate, debbano essere rispettate per la totalità del testo. Sotto se ne riportano solo alcuni esempi. Aggiungo che in due casi il punto segue le virgolette, mentre nel resto è il contrario (punto-chiusura virgolette)

?".
?"
!"

?".

!"

?"

!".


!".

".
".
?".
  
!". 

 TRADUZIONI A CONFRONTO

Nota: nella traduzione di Fausto Maria Martini si sono riscontrate diverse parti mancanti (presenti nel testo originale e nelle altre traduzioni). 
ORIGINALE:
Over the entrance hovers an enormous specimen of the American eagle, with outspread wings, a shield before her breast, and, if I recollect aright, a bunch of intermingled thunderbolts and barbed arrows in each claw. With the customary infirmity of temper that characterizes this unhappy fowl, she appears, by the fierceness of her beak and eye and the general truculency of her attitude, to threaten mischief to the inoffensive community; and especially to warn all citizens, careful of their safety, against intruding on the premises which she overshadows with her wings. Nevertheless, vixenly as she looks, many people are seeking, at this very moment, to shelter themselves under the wing of the federal eagle; imagining, I presume, that her bosom has all the softness and snugness of an eider-down pillow. But she has no great tenderness, even in her best of moods, and, sooner or later—oftener soon than late—is apt to fling off her nestlings with a scratch of her claw, a dab of her beak, or a rankling wound from her barbed arrows.

EINAUDI (Enzo Giachino):
Sulla porta d’ingresso fa bella mostra di sé un enorme esemplare dell’aquila americana, con le ali distese, uno scudo davanti al petto e, se ben ricordo, un mazzo di fulmini assortiti e aguzze frecce in ciascuno dei suoi artigli. Con l’abituale e innata buona grazia, che caratterizza quest’infelice volatile, essa rivela nella ferocia del becco e dell’occhio, e nella generale truculenza della posa, di voler minacciare l’innocente comunità, in modo speciale avvertendo tutti i cittadini, che non vogliano incorrere in seri guai, a tenersi lontani dalle premesse, che essa protegge e copre con le sue ali. E tuttavia, malgrado il suo aspetto poco promettente, molte persone cercano in questo preciso istante di trovar rifugio sotto le ali dell’aquila federale, immaginando, penso, che il suo petto possegga il tepore e la morbidezza di un piumino di penne d’oca. Essa invece non possiede una grande tenerezza neppure quando è piú di buon umore e, presto o tardi, piú spesso presto che tardi, ha l’abitudine di allontanare i suoi nidiaci con un’artigliata delle zampe, o un colpo di becco, o una dolorosa ferita inferta con una di quelle sue aguzze frecce.
MONDADORI/NEWTON&COMPTON (Fausto Maria Martini):
sull’ingresso del palazzo è scolpita una enorme aquila americana ad ali spiegate, la quale reca uno scudo sul petto, stringe un fascio di folgori e dardi in ogni artiglio, e – bestione di pessimo carattere – con l’espressione feroce degli occhi e del becco ricurvo ha l’aria di minacciare terribili guai all’inoffensiva borgata e di ammonire i passanti che si tengano il più lontano possibile dai suoi rostri se amano la loro incolumità. E vien fatto di credere per questo che nessuno osi accostarsi alla bestia paurosa: molti invece stanno ora cercando riparo proprio sotto le ali dell’Aquila federale e immaginano (suppongo) che il suo seno sia soffice come un cuscino di morbida lana di cigno. Vana illusione, ché la bestia è tutt’altro che tenera anche nei momenti di ottimo umore, e presto o tardi, con un colpo d’artiglio o una beccata o una punta dei suoi dardi, finirà per mandare all’aria la nidiata.
GARZANTI (Gianna Lonza):
Sull’entrata si libra un enorme esemplare dell’aquila americana ad ali spiegate, con uno scudo contro il petto e, se ricordo bene, stretto negli artigli, un fascio di fulmini mescolati a frecce acuminate. Con il consueto caratteraccio che lo contraddistingue, l’infelice pennuto con il suo becco feroce, lo sguardo fiero, la posa truculenta, nel suo insieme sembra minacciare brutti guai alla pacifica comunità e soprattutto ammonire i cittadini, che ci tengono a restare incolumi, a non intrufolarsi nell’edificio all’ombra delle sue ali. Eppure, malgrado la sua aria bisbetica, proprio in questo istante, molti cercano di proteggersi sotto l’ala dell’aquila federale, immaginando – suppongo – che il suo petto abbia tutta la morbidezza e tutto il tepore di un cuscino di piume. Ma lungi dall’essere tenera perfino quando è del suo miglior umore, prima o poi – più spesso prima che poi – finisce con il cacciare i piccoli implumi con un graffio dell’artiglio, un colpo del becco o una bruciante ferita inferta dalle frecce acuminate.
FELTRINELLI (Enrico Terrinoni)
Sull'entrata incombe un enorme esemplare di aquila americana, con le ali spiegate, uno stemma al petto, e se non ricordo male un fascio di fulmini intrecciati e frecce appuntite tra gli artigli. Con la tipica indole scostante che contraddistingue il triste volatile, per la ferocia del becco e degli occhi, e il suo atteggiamento generalmente spietato, appare predire chissà che mali a questa comunità inoffensiva; soprattutto, sembra avvertire ogni cittadino che abbia a cuore la propria sicurezza di non metter piede nell'edificio da lei sovrastato con le sue ali. Tuttavia, per quanto funesta, molta gente in questo stesso istante cerca protezione sotto l'ala dell'aquila federale, immaginando, presumo, che il suo petto sia morbido e accogliente come un cuscino di piume. Ma lei di tenerezza non ne conserva poi tanta, anche quando si trovi nel migliore degli stati d'animo; e prima o poi, più spesso prima che poi, è capace di sbarazzarsi dei propri piccoli adagiati nel nido col graffio dei suoi stessi artigli, con un colpo di becco, o infliggendo loro una ferita bruciante con le sue frecce appuntite.

ORIGINALE
Externally, the jollity of aged men has much in common with the mirth of children; the intellect, any more than a deep sense of humor, has little to do with the matter; it is, with both, a gleam that plays upon the surface, and imparts a sunny and cheery aspect alike to the green branch, and gray, moldering trunk. In one case, however, it is real sunshine; in the other, it more resembles the phosphorescent glow of decaying wood.

EINAUDI (Enzo Giachino):
Apparentemente, la letizia dei vecchi ha parecchio in comune con l’allegria dei bambini; né l’intelletto né un profondo senso umoristico hanno molto a vedere con essa; nell’uno e nell’altro caso si tratta di un raggio che brilla sulla superficie e infonde una specie di soleggiata allegria tanto al tenero virgulto che al grigio tronco muscoso. Tuttavia in un caso si tratta di vero sole; nell’altro rassomiglia piuttosto al lucore fosforescente del legno che imputridisce.
MONDADORI/NEWTON&COMPTON (Fausto Maria Martini):
La gaiezza dei vecchi somiglia assai da vicino al riso dei bimbi: negli uni e negli altri l’allegria non nasce dallo spirito e dall’intelligenza, ma è appena un raggio di gioia che passa e illumina, come una carezza di sole, tanto il ramo verde e tenero quanto il vecchio tronco rugoso. Ma se per i bimbi è veramente calda luce solare, per i vecchi quella momentanea chiarità può sembrare la vampa che si sprigiona da vecchio legname imputridito.
GARZANTI (Gianna Lonza):
Vista da fuori l’allegria dei vecchi ha molto in comune con la gioiosità dei bambini: un’allegria che ha ben poco a che fare con l’intelligenza o con un acuto senso dell’umorismo; si tratta in entrambi i casi di un bagliore che gioca sulla superficie e conferisce un aspetto luminoso e lieto al verde virgulto e al vecchio tronco in decomposizione. In un caso, tuttavia, è un vero e proprio raggio di sole; nell’altro assomiglia di più al chiarore fosforescente del legno in putrefazione.
FELTRINELLI (Enrico Terrinoni):
A guardar da fuori, l'allegria degli anziani assomiglia molto alla gioia dei bambini; non c'entrano affatto l'intelletto o un profondo senso dell'umorismo: per entrambi si tratta di un barlume che danza in superficie, e regala un aspetto radioso e felice sia al verde ramo che al tronco ammuffito. Nel primo caso, però, è un vero raggio di sole, nel secondo ricorda più la luminescenza fosforescente del legno in decomposizione.

ORIGINALE:
It was with a feeling which neither of them had ever before experienced, that they sat and watched Pearl’s slow advance. In her was visible the tie that united them. She had been offered to the world, these seven past years, as the living hieroglyphic, in which was revealed the secret they so darkly sought to hide—all written in this symbol—all plainly manifest—had there been a prophet or magician skilled to read the character of flame! And Pearl was the oneness of their being. Be the foregone evil what it might, how could they doubt that their earthly lives and future destinies were conjoined, when they beheld at once the material union, and the spiritual idea, in whom they met, and were to dwell immortally together? Thoughts like these—and perhaps other thoughts, which they did not acknowledge or define—threw an awe about the child, as she came onward.

EINAUDI (Enzo Giachino):
Era con un sentimento, che nessuno dei due aveva mai esperimentato in precedenza, che rimasero seduti a osservare il lento appressarsi di Pearl. In lei era visibile il legame che li univa. Essa era stata offerta al mondo, durante i sette anni trascorsi, come il vivente geroglifico in cui era rivelato il segreto, che essi facevan di tutto per mantener celato, chiaramente scritto in quel simbolo, pienamente manifesto, vi fosse stato un profeta o un mago capace di decifrare quel carattere di fiamma! E Pearl era l’unità degli esseri loro. Quale fosse il male passato, come potevan dubitare che le loro vite terrene e i futuri destini non fossero intimamente fusi, quando potevano scorgere al tempo stesso l’unione materiale e l’idea spirituale in cui s’incontravano, e dove sarebbero vissuti insieme per l’eternità? Pensieri siffatti, — e forse altri ancora, che essi non volevano riconoscere né definire, — lasciavan cadere un’ombra di sgomento sulla bambina che intanto avanzava.
MONDADORI/NEWTON&COMPTON (Fausto Maria Martini):
E i due guardavano in silenzio e con un sentimento tutto nuovo quella piccola, nella quale la natura aveva compiuto una così evidente fusione delle loro persone, che il loro segreto avrebbe dovuto essere manifesto a tutti, e quel padre e quella madre non potevano non sentirsi legati ormai per la vita. (la traduzione è tutta qui, purtroppo)
GARZANTI (Gianna Lonza):
Era con un sentimento non sperimentato prima da nessuno dei due che, seduti, rimasero a guardare Perla avvicinarsi lentamente. Era visibile il vincolo che li univa. In quei sette anni la bimba si era mostrata al mondo come il geroglifico vivente, dal quale trapelava il segreto che entrambi cercavano di nascondere – scritto in quel simbolo – chiaramente manifesto – se ci fosse stato un profeta o un mago capace di decifrare quel carattere di fiamma! E Perla era l’unità dei loro esseri. Qualunque fosse il male passato, come potevano dubitare che le loro vite terrene e i loro destini futuri non fossero congiunti, quando contemplavano simultaneamente l’unione materiale e l’idea spirituale in cui si incontravano e insieme avrebbero albergato per sempre. Furono pensieri come questi – e forse altri ancora che non riconobbero e non definirono – a creare intorno alla bimba che veniva avanti un alone di sgomento.
FELTRINELLI (Enrico Terrinoni):
Fu una sensazione mai provata da nessuno dei due prima quella che percepirono quando, seduti, videro Pearl avanzare lenta. Era l'immagine del legame che li univa. Si era presentata al mondo, per questi sette anni, come un geroglifico vivente, in cui si rivelava il segreto che tanto avevano provato a nascondere con la loro segretezza: tutto scritto nel simbolo, tutto chiaramente manifesto, purché vi fosse un profeta o un mago abbastanza abile da leggere quel carattere di fiamma! Pearl era la fusione delle loro nature. Qualunque fosse il male commesso in passato, come potevano mai dubitare dell'incontro tra le loro vite e i futuri destini, nell'osservare l'unione materiale e l'idea spirituale in cui questi si incontravano e che li avrebbero accompagnati per l'eternità? Pensieri simili, e forse altri difficili da riconoscere o definire, donavano un'aura di soggezione alla piccola nel suo incedere.

Nessun commento:

Posta un commento